L'autore - introduzione di Marta Mauro
Il 2008 ha segnato per Virgilio Forchiassin un cambiamento pi�
radicale di quanto possa suggerire l' interesse per nuove forme
espressive. Ha segnato il distacco dal mondo del design e dagli
ambienti della sua realizzazione, con ritmi e regole entro i quali non
poteva pi� riconoscersi. Ma definire un tempo preciso suona sempre
arbitrario, e se fa parte del lavoro critico, esterno all'autore, non
risponde a quella imperscrutabile ingegneria del pensiero, a quella
persino inconsapevole maturazione di nuove rotte certamente gi� in
potenza.
Resta certo che tutto il suo percorso di inventore e progettista rimane
il retroterra sul quale sono cresciute le sue scelte attuali. E mi
riferisco a quel campo di conoscenze e quindi di 'regole' che, educando
un individuo, lo avviano a scegliere e distinguere. Sono quelle
competenze preliminari senza le quali mancherebbe il terreno della
stessa creativit�, fatta di curiosit�, indipendenza di giudizio,
insoddisfazione e spirito critico. Virgilio Forchiassin si sta oggi
muovendo alla ricerca di un diverso modo con il quale mettersi in
rapporto con gli altri.
Si tratta di un personale linguaggio
espressivo, alla base del quale sta la primaria necessit� di comunicare
emozioni. Ma per esprimersi c'� bisogno dei mezzi per farlo, ecco
allora che la tecnica - sempre e comunque veicolo di ogni invenzione -
diventa l'elemento fondamentale del fare. Qui si sommano l'uso
personalissimo e spericolato dei mezzi a disposizione e l'alternarsi
delle tecniche utilizzate. I mezzi sono rappresentati da resine,
ossidi, acidi, impregnanti, mordenti, calore, fuoco e sempre colori,
per lo pi� ottenuti con le terre naturali come il lapislazzolo, la
terra di siena, il nerofumo.
Una volta acquisite le soluzioni
sperimentali, durante le segrete successioni che l'autore utilizza per
rendere comunicabili le sue visioni del mondo, i colori vengono
drammaticamente trasformati ad opera del calore, strumento per
dipingere, 'pennello' capace di fermarsi un attimo prima della
distruzione dell'opera. Ferro, fuoco, terra, acqua, aria, i grandi temi
affrontati, entro i quali l'uomo, ovunque sotteso, assiste alle sue
difficili battaglie, alle sconfitte, alle perdite, raramente consolate
da qualche sprazzo di sereno.
I percorsi delle Alchimie suggeriscono
una visione meno disperante della realt�; sembra che mediante queste
operazioni la materia prima, mescolata e scaldata, trasformi
gradualmente i suoi colori passando attraverso i vari stadi durante la
trasmutazione, secondo l'antico processo alchemico. Nella serie delle
Lacerazioni, invece, l'ambiente, gli uomini, la vita ritornano alle
condizioni che precedono ogni razionalit�: i neri, i rossi, i gialli, e
le bruciature del 'pennello' caldo creano squarci insanabili nel magma
primordiale. Allora se la creativit� � quanto scriveva Henri Poincar�,
significativamente un matematico: "… unire elementi esistenti con
connessioni nuove, che siano utili", dove il nuovo e l'utile illustrano
l'essenza dell'atto creativo portatore delle due dimensioni dell'ordine
e del disordine, ci si pu� chiedere se questa utilit� possa essere
identificabile con una presa di coscienza o con una terribile
constatazione di irreversibilit�.
Preferisco lasciare a Virgilio Forchiassin la prima versione. Che le
sue opere ci sollecitino - per quanto possibile - ad una consapevolezza
non priva di assunzioni di responsabilit� e ci emozionino fino a farci
progettare il nuovo che ci manca.
Marta Mauro, 2011