Alchimie & Lacerazionihomel'autoreoperedesigncontatti 

About Virgilio Forchiassin
An introduction by Giselda Paulon



Nella confusione in cui versa l’arte figurativa, inaspettato e imprevedibile irrompe Forchiassin. Con un lavoro che � tutto nuovo – per tecnica e senso – ma che sembra partire da molto lontano. Uno dei titoli, ‘alchimie’, rimanda a ricordi esoterici, quando il filosofo-scienziato pretendeva di estrapolare i segreti della natura, nella solitudine di un dialogo con il divino che dall’alto incoraggiava gli sforzi prematuri del ‘mago’. E cos� Virgilio usa il fuoco per creare le sue stesure e inventa i colori attraverso complicate reazioni chimiche. Da chiss� quanto tempo gli cresceva dentro l’urgenza di ricominciare il discorso – e dunque anche il percorso – per liberarsi dalle ideologie consunte e per passare lo straccio sulla lavagna imbrattata.

Una cosa occorre sfatare: qui non c’� l’astrazione intesa come un ‘fuori’, quella che di solito suggerisce un faticoso processo cerebrale o, al contrario, un abbandono onirico.           
Qui � tutto vero, presente, questa � materia viva, che respira e freme. Qui ci sono rumori e silenzi.

Lacerazioni. Ancora materia che si fa spaccare, dove e quando la natura lancia il suo richiamo. Dalla superficie materica spunta un rivolo, o una macchia: qualche volta � una ferita sulla pelle, rosso sangue, caldo e drammatico – qualche volta un canto gioioso e trionfante, che si fa azzurro o rosso e azzurro o rosso azzurro e nero. Il dialogo � intenso e lo sguardo imprigionato nello scambio empatico. Il fuoco, l’aria, l’acqua, il fumo – finch� il limite � oltrepassato e allora alchimie e lacerazioni diventano una cosa sola.

La geometria guida il tracciato con mosse inappellabili. � il progetto cosmico, che non sa sbagliare. E Virgilio non sbaglia. La mano dell’artista, anche quando ne � inconsapevole, � sempre guidata dalla matematica. Io lo penso spesso quando guardo i quadri di Lucatello. O i quadrati di Mondrian, o i buchi di Fontana, riferimenti che non faccio per avvalermi delle detestabili caselle che usano i critici – non appartengo alla categoria – ma per rendere chiara l’immagine di questa magistrale complessit�. Perch� cos� la chiamano i fisici. Complessit�. E in fondo non siamo poi tanto lontani dalla vecchia magia.

Queste le opere che Virgilio ci mostra con la commovente freschezza di un poeta. Purch� non restino celate in una nicchia, per la felicit� di pochi.


Giselda Paulon, 2011